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TACT FESTIVAL 2018 - Giornaliero

martedì 22 mag 2018

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Informazioni prodotto

VEER ABHIMANYU
22 maggio @ 18:30 - 20:00

È una storia mitologica sulla fiducia, sull’amore, sul dovere, sulla morte e sulla vendetta. L’opera è ispirata da un’ antico mito dell’epica indiana contenuto nel Mahabharata. La storia si sviluppa intorno al Chakravyūha di Kauravas. Il Chakravyūha è una tattica militare, che dall’alto sembra un fiore di loto, a sette livelli concentrici formati da pochi soldati selezionati. Serve per catturare un prigioniero in movimento, accerchiandolo fino alla cattura, ossia fino al completamento del settimo livello del Chakravyūha. Solo in questo momento il soldato è consapevole di essere prigioniero e di non avere più via di fuga. Il mito che viene rappresentato narra la vendetta del padre Arjun per la morte del figlio Veer Abhimanyu. Il figlio era venuto a conoscenza del Chakravyūha quando ancora si trovava nel grembo della madre. Arjun raccontava ogni notte alla moglie incinta la storia dell’arte militare del Chakravyūha, ma questa puntualmente si addormentava, negando così al figlio la possibilità di udire il finale e dunque il modo per rompere il settimo cerchio. Diventato adulto il giovane Veer, ignaro di come sfuggire alla mortale trappola, viene catturato in battaglia e inevitabilmente ucciso. Il padre spinto dalla sete di vendetta si impegna ad uccidere Jaydrath uno degli assassini del figlio con il sacro aiuto del Dio Krishna al suo fianco, sfidando anche le leggi della Natura e della Giustizia. Il messaggio che è possibile ricavare da quest’opera è l’eterno contrasto tra il seguire una moralità divina e le leggi dell’uomo.

MARY ROSE
22 maggio @ 21:00 - 22:30

Mary rose è una ghost story tratta dall’omonima opera di James Barrie, lo stesso autore di Peter Pan. Lo spettacolo ruota attorno ad un’Isola che viene chiamata dagli abitanti della terraferma “L’Isola che vuol essere visitata”, perché è completamente disabitata. Nonostante abbia una vegetazione rigogliosa non si sentono canti di uccelli perchè gli alberi non hanno nidi. Ha una strana fama: emette un suono udibile solo da pochissime persone. Può capitare che a volte qualcuno, incautamente sbarcato sull’isola, può perdersi seguendo questo suono e poi scomparire nel nulla. Capita che queste persone ricompaiano mesi, o addirittura anni dopo, immutati e senza memoria di quanto sia loro successo. Il testo racconta la storia di una famigliola felice. La figlia è una giovane donna, Mary Rose, che sente il suono dell’isola per ben due volte e per ben due volte sparisce e poi ricompare, sempre giovane, sempre fresca ed innocente, mentre tutti intorno a lei portano addosso i segni del tempo che è passato. L’opera di J. Barri si presta a molteplici letture: psicanalitica, simbolica, fiabesca, onirica. L’eterna giovinezza crea, come quella di Mary Rose, solitudine e incomprensione. Mary Rose cerca inutilmente di capire la realtà che la circonda, ma non c’è nessuno che possa aiutarla, neanche le persone più care attorno a lei e dunque ci trasmette un inconsolabile senso di smarrimento per la consapevolezza della sua eterna diversità. Un’altra lettura dell’opera ci fa riflettere sul significato dell’Arte che, come l’Isola misteriosa e affascinante concede il privilegio dell’eternità, così essa deve essere al di sopra di tutto e deve trasmettere valori universali.

 

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