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Rivendita aperta fino 06/06/2025 00:00
Fabio Biondi, violino
Giangiacomo Pinardi, chitarra
Niccolò Paganini (1782-1840)
Sonata n. 6 in la maggiore
1. Larghetto cantabile
2. Rondò (allegro assai)
(da Centone di sonate, op. 64)
Sonata n. 7 in fa maggiore
1. Allegro giusto
2. Polacca (Andantino Allegretto)
(da Centone di sonate, op. 64)
Sonata concertata in la maggiore, op. 61
1. Allegro spiritoso
2. Adagio assai espressivo
3. Rondò: Allegretto con brio, scherzando
Sonata n. 14 in sol maggiore
1. Andante - Adagietto
2. Rondò - Allegro molto
(da Centone di sonate, op. 64)
Sonata op. 3, n. 4 in la minore
1. Andante largo
2. Allegretto motteggiando
Sonata n. 2 in re maggiore
1. Adagio cantabile
2. Rondoncino (Tempo di Polacca)
(da Centone di sonate, op. 64)
Note di sala
Virtuoso leggendario, innovatore del linguaggio violinistico, figura quasi mitologica per l’immaginario romantico, Niccolò Paganini è tuttora circondato da un’aura che intreccia arte e mistero, tecnica e teatralità. La sua fama – costruita anche grazie a un sapiente utilizzo dell’immagine pubblica – lo ha consegnato alla storia come il «violinista del diavolo», capace di prodezze strumentali mai udite prima. Tuttavia, dietro il genio istrionico e rivoluzionario, si cela una personalità artistica ben più sfaccettata che merita di essere riscoperta nelle sue molteplici espressioni.
Paganini fu anche un apprezzato direttore d’orchestra. Nel 1833 acquistò Villa Gaione, alle porte di Parma, come rifugio ideale tra un tour e l’altro. L’anno seguente, nel 1834, ebbe l’incarico dalla duchessa Maria Luigia di riformare l’orchestra del Teatro Ducale di Parma. L’esperienza, seppur breve e travagliata a causa di intrighi e invidie interne, testimonia la stima che Paganini godeva anche in ambito istituzionale. Dopo la morte a Nizza, nel 1840, le sue spoglie furono al centro di un singolare peregrinare: la fama di «eretico» – dovuta alle sue abitudini eccentriche – spinse le autorità religiose a rifiutarne la sepoltura per anni. Solo più tardi, i suoi resti trovarono pace proprio a Parma, nel Cimitero della Villetta, dove tuttora riposano.
Un aspetto meno noto ma fondamentale della poetica paganiniana è il rapporto con la chitarra che il musicista suonava regolarmente, anche in concerto, considerandola uno strumento intimamente legato alla propria espressività. Non a caso, compose per essa un discreto numero di opere, tra cui i duetti per violino e chitarra, genere in cui egli seppe trovare un equilibrio originale tra virtuosismo e cantabilità.
Il programma proposto si concentra proprio su questa produzione cameristica, offrendo una selezione di sei sonate: quattro tratte dal Centone di sonate, una dall’op. 3 e la celebre Sonata concertata op. 61. Si tratta di pagine raffinate e ricche di inventiva che pongono i due strumenti in dialogo continuo. Il violino mantiene un ruolo predominante, ma la chitarra non si limita ad accompagnare: interagisce, risponde, anticipa, contribuendo alla costruzione di un discorso musicale fluido e ricco di sfumature.
Pur lontane dal Paganini più virtuosistico e spettacolare, queste composizioni ne rivelano il lato più lirico e meditativo. Il fraseggio è spesso raffinato, persino galante, ma non mancano momenti di vivacità ritmica e tecnica scintillante. In queste composizioni si riflette una poetica dell’equilibrio, dove il virtuosismo è sempre al servizio dell’espressione e la scrittura chitarristica – molto curata – dimostra la piena padronanza dello strumento.
Riscoprire oggi questa parte del repertorio paganiniano significa accedere a una dimensione più intima e forse più autentica dell’arte del violinista genovese: quella di un compositore che, pur lontano dai riflettori, sapeva parlare al cuore con straordinaria naturalezza.
Giunto alla sua terza edizione, il Farnese Festival si conferma una delle manifestazioni più rilevanti dedicate alla musica antica e barocca, affermandosi come appuntamento di riferimento nel panorama nazionale e internazionale.
Promosso e organizzato dal Complesso monumentale della Pilotta, il festival nasce con l’obiettivo di valorizzare soprattutto il patrimonio musicale europeo dei secoli XVII e XVIII, attraverso un programma di altissimo livello, curato da Fabio Biondi, uno dei violinisti e direttori maggiormente autorevoli della scena barocca internazionale.
In programma dal 2 all’8 giugno 2025, la rassegna avrà come fulcro, come di consueto, il Teatro Farnese, edificio storico tra i più straordinari al mondo, affiancato da altri spazi del Complesso della Pilotta, che accoglieranno il pubblico in un percorso culturale immersivo tra musica, arte e architettura.
A conferma della sua vocazione progettuale e della capacità di dialogare con le istituzioni culturali del territorio, il Farnese Festival 2025 proporrà, all’interno dei propri ambienti, appuntamenti realizzati in collaborazione con il Teatro Due e con il Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” di Parma, consolidando il rapporto con le principali realtà artistiche cittadine e contribuendo alla costruzione di una visione culturale condivisa.
Concepito non soltanto come rassegna di concerti, ma come progetto organico di valorizzazione del patrimonio storico, artistico e musicale, il Farnese Festival rinnova il proprio impegno nel restituire vitalità e visibilità a un repertorio di straordinario valore, rafforzando al contempo il ruolo del Complesso monumentale della Pilotta quale polo di eccellenza per la promozione e la diffusione delle arti.
Alle persone in possesso del biglietto scontato sarà chiesto di esibire, al controllo accessi, la tessera che dà diritto alla riduzione di cui hanno usufruito.